VIAGGIARE DA UN UNIVERSO A UN ALTRO

ll multiverso potrebbe essere un unicum a forma di cipolla i cui strati rappresentano gli infiniti universi paralleli nei quali la realtà si manifesta in tutte le sue possibili forme alternative. Purtroppo, però, le leggi fisiche che governano il nostro universo non ci consentono di spostarci negli altri.
Non solo.
Imprigionati come siamo nelle nostre quattro dimensioni, non riusciamo neppure a percepire in modo certo ed evidente l'esistenza di universi differenti da quello di cui facciamo parte.
Com'è possibile, allora, parlare di realtà multiple, di universi paralleli?
Si tratta, per ora, soltanto di ipotesi che rasentano la fantascienza, per quanto le svariate teorie sul multiverso si affaccino con crescente frequenza nei dibattiti scientifici.
L'unico fatto incontestabile, in quanto sperimentato, è che il nostro universo subisce influssi gravitazionali e spinte repulsive di provenienza "esotica", che i cosmologi attribuiscono rispettivamente alla "materia oscura" e all'"energia oscura". E di entrambe si sa poco o nulla.
Da qui e dalla meccanica quantistica trae origine l'ipotesi che si possa trattare di materia e di energia che costituiscono gli altri universi e che per questo motivo noi non possiamo vedere.
Ma se materia ed energia possono esercitare la loro influenza anche oltre i limiti dell'universo al quale appartengono, è legittimo immaginare che una via di comunicazione fra gli strati della cipolla ci possa pur essere.
Alcuni ipotizzano che le porte d'accesso agli altri mondi siano i cosiddetti wormholes, ossia cunicoli spaziotemporali che potrebbero trovarsi al centro dei buchi neri.
Tutto è possibile, ma tutto è ancora da dimostrare. In ogni caso, oggi, raggiungere con un'astronave il centro di un buco nero è oggettivamente impossibile, anche perché, una volta superato il cosiddetto "orizzonte degli eventi", la navicella verrebbe distrutta insieme con i suoi occupanti.
Allo stato attuale sembra quindi impossibile trasferire la materia da un universo a un altro.
Ma potrebbe esserci un'altra via di comunicazione.
Einstein diceva: "Lo spazio e il tempo non sono condizioni in cui viviamo, ma modi in cui pensiamo".
Se non possiamo andare a spasso per il multiverso nella nostra condizione di oggetti materiali, forse possiamo farlo in forma immateriale.
Del resto, perché dovremmo trasferire la materia da questo universo in uno parallelo, quando nell'altro potrebbe esserci già la copia di quella presente nel nostro, e forse persino un altro me stesso, che in questo preciso istante, magari, invece di scrivere farneticazioni sul multiverso, si sta allenando come un matto per partecipare al prossimo torneo del Roland Garros?