PERCHÉ I VIAGGI NEL TEMPO SONO (QUASI) IMPOSSIBILI (Riflessioni di un non scienziato)


Che cos'è il tempo?
Fin dalla nascita, o quanto meno da quando acquisiamo la coscienza di noi stessi e di ciò che ci circonda, siamo abituati a convivere con questa misteriosa entità che scorre (almeno così ci pare) indipendentemente da quello che facciamo. I minuti, i giorni, gli anni si susseguono sia che siamo svegli, sia che dormiamo, sia che studiamo o lavoriamo, sia che siamo in vacanza. Per questo percepiamo il tempo come qualcosa che passa e che non si può né fermare, né far tornare indietro.
In realtà, come asserisce un personaggio del romanzo Timeline di Crichton, non è il tempo che passa: siamo noi che passiamo.
Il tempo, in effetti, è un sistema di misura del movimento, ma non è di per sé in movimento. Con i giorni si misura il movimento della terra in torno al proprio asse, con i mesi, all'incirca il movimento della luna attorno all'orbita terrestre, con gli anni il movimento della terra attorno al sole.
Il tempo nasce con l'universo e misura il suo movimento di espansione, la crescita dello spazio da esso occupato. Questa misura oggi vale all'incirca 13,7 miliardi di anni, ma non c'era un prima. Anche il tempo è frutto dell'esplosione creatasi con il Big Bang. Per questo non può essere un'entità indipendente dallo spazio. Per questo Einstein ha incominciato a parlare di spazio-tempo.
Ora, siccome il movimento di espansione dell'universo fa sì che i pianeti, le stelle, le galassie che lo compongono si allontanino gli uni dagli altri in molte direzioni, ma secondo un unico verso, il tempo misura il movimento secondo quell'unico verso. In altre parole, perché si potesse parlare (anche se impropriamente) di inversione della freccia del tempo, bisognerebbe (forse) che tutto l'universo si riavvolgesse fino al punto iniziale.
Nel nostro sistema spaziotemporale la freccia del tempo è dunque immutabile. Anche perché gli eventi si susseguono secondo il principio di causa-effetto, per cui l'effetto può sempre e soltanto seguire la causa che l'ha generato, mai precederla. Allo stesso modo, non potremmo mai viaggiare indietro nel tempo e ritrovarci a esistere in un momento precedente alla nostra nascita, per il semplice motivo che in quel momento noi non esistevamo.
Qualcuno potrebbe obbiettare dicendo: « Sì, ma mettiamo il caso di una stella la cui luce impieghi un anno per arrivare fin sulla terra; se potessimo disporre di un'astronave capace di viaggiare a una velocità superiore a quella della luce, allora potremmo arrivare sulla stella addirittura prima che il raggio di luce che noi vediamo dalla terra sia partito ».
In linea puramente teorica il ragionamento fila. Peccato, però, che contrasti con le leggi fisiche che regolano il nostro universo.
Secondo la teoria della relatività generale di Einstein, con l'aumentare della velocità anche la massa dei corpi aumenta in proporzione, richiedendo quindi una quantità sempre maggiore di energia per imprimere l'accelerazione e questa comporterebbe a sua volta un ulteriore aumento della massa. È un circolo vizioso. In altre parole, un corpo che si muovesse a una velocità prossima a quella della luce assumerebbe una massa tendente all'infinito e di conseguenza per raggiungere la stessa velocità della luce dovremmo impiegare un'energia infinita. Quindi l'azzeramento del tempo, o addirittura l'inversione della sua freccia, incontrerebbero ostacoli praticamente insormontabili per qualsiasi entità dotata di massa.
Quindi quali possibilità abbiamo di viaggiare nel tempo?
Nessuna, nel nostro universo. L'unica ipotetica possibilità l'avremmo sfuggendo dal sistema spaziotemporale nel quale ci troviamo e dalle sue leggi. Ma per farlo dovremmo immaginare l'esistenza di un altrove molto differente: in altre parole, di un altro universo.